Il palazzo sede del museo
Riedificato nel XVII secolo intorno a un edificio preesistente, palazzo De Simoni, arroccato nel versante solatio di Bormio, si impone per il rigore costruttivo che risente del gusto rinascimentale.
L’elegante portale incornicia un bel portone dai battenti di legno di larice mentre il sopraporta e il catenaccio di ferro battuto ci ricordano subito un’attività tipica delle valli bormine fin dal medioevo.
Dall’androne d’accesso, decorato con affreschi beneaugurali, si raggiungono le cantine, le rimesse e il giardino, mentre uno scalone porta al piano nobile.
Il salone d’onore - già destinato alle feste e ai balli - è coperto da una volta decorata con stucchi delicati in forma di esili cornici a motivi ornamentali, fogliame e frutti simbolici. Sette porte - decorate con mascheroni e sovrastate da lunette raffiguranti episodi dell’antico testamento - conducono alle salette contigue affrescate in stile barocco, con tinte pastello ed effetti trompe-l’oeil. Pregevoli le sc’tue, le stanze foderate con grandi tavole di pino cembro, complete di pigna (la stufa in muratura).
La cucina stupisce per la completezza: conserva il focolare, la stufa – con griglia e scaldavivande – e il lavello.
La torre medievale, il giardino destinato a frutteto e la chiesetta dedicata alla Madonna del Buon Consiglio completano l’insieme.
L’ultima abitante del palazzo, la signorina Lottie, anziana e priva di eredi, donò l’intero complesso al Comune di Bormio, vincolandone l’uso a fini culturali.
Dal 1962 il palazzo è la sede del museo civico di Bormio.